Appello di CERVETERI

APPELLO AI PASTORI DELLA CHIESA CATTOLICA ITALIANA

All’attenzione di:

S.E.R. Card. Gualtiero Bassetti                 Presidente della CEI

S.E.R. Mons. Stefano Russo                        Segretario Generale della CEI

S.E.R. Mons. Vincenzo Pisanello               Presidente Consiglio per gli affari giuridici della CEI

S.E.R. Mons. Gino Reali                             Vescovo di Porto – Santa Rufina

Siamo un gruppo di cittadini italiani di fede cattolica e intendiamo denunciare il gravissimo abuso perpetrato dalla polizia locale di Marina di Cerveteri (RM) lo scorso 15 marzo (III domenica di Quaresima).

Di seguito i fatti, a dimostrazione dei quali esiste anche documentazione video.

Domenica 15 marzo nella parrocchia di San Francesco a Marina di Cerveteri (RM, diocesi di Porto Santa Rufina) il parroco celebrava la Santa Messa senza concorso di fedeli, in piena ottemperanza al DPCM dell’11 marzo 2020 (Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, applicabili sull’intero territorio nazionale).

La Chiesa era vuota e la celebrazione veniva trasmessa in streaming.

Nel corso della funzione uno sparuto gruppo di fedeli era in ginocchio sul sagrato esterno, in attesa che si concludesse la S. Messa celebrata senza popolo dal solo sacerdote secondo le prescrizioni della CEI, aspettando l’apertura della chiesa ai fedeli per la preghiera personale e mantenendosi a distanza di sicurezza conformemente al DPCM.

Mentre era in corso la celebrazione è intervenuta una volante della polizia locale.

Due agenti, senza alcun rispetto per il luogo di culto e col berretto in testa hanno fatto irruzione nell’edificio sacro, interrompendo la Santa Messa nel momento più solenne, sono saliti sull’altare, ponendosi dietro lo stesso e dando le spalle al tabernacolo, si sono impossessati del microfono e hanno intimato l’immediata sospensione della funzione costringendo quei pochi fedeli che si trovavano fuori sul sagrato ad allontanarsi.

A tal proposito evidenziamo che l’atto compiuto dalla polizia locale:

  • abusa dell’accordo tra Stato Italiano e Santa Sede che all’art. 5, 2 stabilisce che «Salvo i casi di urgente necessità, la forza pubblica non potrà entrare, per l’esercizio delle sue funzioni, negli edifici aperti al culto, senza averne dato previo avviso all’autorità ecclesiastica»;
  • comporta una evidente lesione del diritto di libertà di culto e religiosa dei cittadini, tutelati dall’art. 19 della cost. e punita dall’art. 405 c.p., che stabilisce «Chiunque impedisce o turba l’esercizio di funzioni, cerimonie o pratiche religiose del culto di una confessione religiosa, le quali si compiano con l’assistenza di un ministro del culto medesimo o in un luogo destinato al culto, o in un luogo pubblico o aperto al pubblico, è punito con la reclusione fino a due anni»;
  • è in violazione dello stesso DPCM dell’11 marzo 2020, che, all’art. 2, lett. v, stabilisce che i luoghi di culto rimangono aperti con le dovute cautele;
  • non rientra nella fattispecie della “urgente necessità” la celebrazione di una Santa Messa con le porte aperte sul sagrato (parte integrante il luogo di culto e sacro ancorché ad esso “esterno”), alla distanza prevista e senza recar danno o pericolo ad alcuno.

Le chiese sono destinate al culto pubblico e non a quello privato o domestico e, dunque, la loro apertura attiene all’esercizio legittimo delle attività religiose garantito dagli accordi tra Stato e Chiesa, dalla stessa Costituzione e da tutta la legislazione italiana, che tutelano la partecipazione spirituale e la preghiera in ogni sua forma quale espressione della libertà religiosa.

Da cittadini italiani e cattolici riteniamo che l’abuso perpetratosi a Marina di Cerveteri costituisca un grave precedente di attacco alla libertà di tutti, non solo a quella di culto, e il moltiplicarsi di episodi analoghi è la tragica prova che non può più lasciarci indifferenti.

Vi supplichiamo pertanto fiduciosi affinchè, quali responsabili della Chiesa Italiana consapevoli di quanto successo, interveniate immediatamente con le dovute azioni a tutela e garanzia della libertà di tutti ed a protezione del libero esercizio della fede dei cattolici.

Il comitato degli Ápoti.