Vademecum referendum 12 giugno 2022

COMUNICATO

Il 12 giugno 2022 tutti gli oltre 51 milioni di aventi diritto al voto saranno chiamati a votare su cinque referendum ammessi dalla Corte Costituzionale dei sei, che erano stati presentati inizialmente.

Le consultazioni in Parlamento però proseguono e, se si dovesse giungere ad un accordo approvando nuove leggi, i referendum a quel punto salterebbero.

Come sempre, per quanto riguarda i referendum abrogativi, chi voterà “SI” lo farà per eliminare le norme esistenti, mentre chi voterà “NO” sceglierà di mantenere la normativa vigente. Naturalmente, se non si raggiungerà il 50% più uno dei votanti, tutto sarà stato inutile e rimarranno le norme attualmente in vigore (e saranno stati sprecati milioni di euro).

Nell’attesa di capire come si comporterà il Parlamento, cominciamo a fornire alcune informazioni in merito analizzandoli singolarmente.

QUESITO N. 1 – SCHEDA ROSSA: INCANDIDABILITA’ DOPO LA CONDANNA

Chiede se si intendono abrogare le norme che impediscono di candidarsi al Parlamento o di diventare membri del Governo se si è ricevuta una condanna definitiva per un delitto non colposo, ossia non commesso per distrazione (che significa volontario o premeditato). La Legge Severino attualmente in vigore, infatti, prevede che chi abbia subito sentenze passate in giudicato per gravi reati si dimetta da Parlamentare o altre cariche pubbliche e non possa più accedere ai pubblici uffici.

Votare NO significa voler mantenere tale limite, che rappresenta una garanzia di affidabilità del politico; votare SI costringe il Parlamento ad emanare una legge che disciplini in altro modo la questione.

È il quesito che preoccupa maggiormente i parlamentari.

Il nostro suggerimento è di votare NO (ovvero NO all’abrogazione della legge) per mantenere l’attuale norma in vigore.

QUESITO N. 2 – SCHEDA ARANCIONE: CUSTODIA CAUTELARE DURANTE LE INDAGINI

Chiede se si vogliono eliminare le limitazioni alla custodia cautelare (alias carcerazione preventiva) che adesso la prevedono per una condanna superiore a quattro anni di carcere o cinque se si tratta di custodia cautelare in carcere. Votare NO implica il mantenimento di questi limiti alla custodia cautelare; votare SI apre la strada ad un inasprimento (caso forse più probabile) oppure ad una riduzione della custodia cautelare da parte del Parlamento.

È un’arma di ricatto nelle mani dei giudici. Non si toglie la libertà sulla base di sospetti o congetture o durante le indagini non ancora concluse e prima di un regolare processo.

Il nostro suggerimento è di votare SI (ovvero SI all’abrogazione della legge). In questo modo il carcere non sarà più utilizzato dai PM e dai giudici come arma di ricatto e la pena detentiva sarà comminata dopo il processo e la sentenza.

QUESITO N. 3 -SCHEDA GIALLA: SEPARAZIONE DELLE CARRIERE

Chiede se si vogliono abrogare le norme che prevedono la possibilità di passare dalla carriera di giudice a quella di pubblico ministero e viceversa. Votare SI determinerebbe come conseguenza la necessità di rimanere nell’ambito della propria carriera (e quindi l’impossibilità di passare da pubblico ministero a giudice e viceversa); votare NO lascerebbe tale possibilità, con la situazione attuale che chi ha sempre fatto il pubblico ministero, ossia ha sempre rappresentato lo Stato che accusa nel processo penale, può diventare giudice, organo che dovrebbe invece essere imparziale tra accusa e difesa.

Il magistrato non può essere oggi inquisitore e domani giudicante. Il ruolo va scelto subito all’inizio del percorso. È un’arma politica nelle mani dei Magistrati che con colpi di scure possono abbattere i governi che non gradiscono.

Il nostro suggerimento è di votare SI (ovvero SI all’abrogazione della legge).

QUESITO N. 4 – SCHEDA GRIGIA: EQUA VALUTAZIONE DEI MAGISTRATI

Chiede se si vuole abrogare la partecipazione dei membri laici al Consiglio direttivo della Corte di cassazione e dei Consigli giudiziari; votare NO determinerebbe la partecipazione di persone esterne al mondo della giustizia ma competenti in materia di diritto (come i professori universitari in materia giuridiche) negli organi decisionali della giustizia; votare SI eliminerebbe la presenza di tali membri “laici” (cioè non giudici).

QUESITO N. 5 – SCHEDA VERDE: RIFORMA DEL CSM

Chiede se si vogliono abrogare le disposizioni in materia di elezione dei componenti togati del Consiglio superiore della Magistratura, cioè il modo con il quale sono eletti i giudici (che hanno la toga) che entrano a far parte del CSM, che è l’organo di autogoverno della Magistratura, ossia l’unico organo che può adottare provvedimenti contro i giudici e i pubblici ministeri. I membri togati adesso vengono eletti fra 3 distinti collegi nazionali: uno per i giudici della Corte di Cassazione), uno per i per i pubblici ministeri e uno per i giudici ordinari civili e penali. Votare NO lascerebbe la situazione attuale; votare SI costringerebbe il Parlamento a scegliere un altro modo di elezione dei membri togati del CSM.

La nostra opinione riguardo ai due ultimi quesiti referendari (4 e 5) è che non si tratti di una riforma seria.

Il nostro suggerimento è non ritirare le ultime due schede per non far raggiungere il quorum, oppure votare scheda bianca.

Ricapitolando i quesiti importanti, quelli da votare assolutamente sono i primi 3, come indicato nella tabella di sintesi di seguito riprodotta: