Primo giorno di scuola: parola d’ordine non cedere – non siete soli

In occasione dell’inizio dell’anno scolastico, forniamo alcuni ulteriori chiarimenti in merito al dl 111 del 6 agosto 2021.

Come già ribadito nei precedenti comunicati, il decreto legge in oggetto manca di una prassi applicativa, che é interamente demandata ai dirigenti scolastici. Non esiste quindi una strategia difensiva unitaria. La questione va valutata caso per caso. É quindi consigliabile attendere l’inizio dell’anno scolastico perché, anche se alcuni istituti hanno illegittimamente anticipato l’applicazione del dl 111, non si può escludere che in qualche realtà qualche dirigente scolastico decida di disapplicare l’obbrobrio normativo del green pass. Attendere é quindi anche funzionale alla strategia di temporeggiamento, considerato che alcune scuole necessiteranno di qualche giorno (settimana?) per organizzare la gestione applicativa del decreto legge.

Dopodiché ognuno valuterà se avvalersi della diffida, che non é risolutoria, ma serve per creare le basi per una futura, successiva azione legale, rispetto al provvedimento di sospensione.

Non sussistendo una prassi applicativa non é nemmeno chiaro infatti se i cinque giorni del dl 111 da cui scatterebbe la sospensione, sono da considerare consecutivi (improbabile perché la cattedra generalmente può avere anche dei buchi) oppure verranno conteggiati su un periodo più lungo. Anche in considerazione di questo, nessuno può di fatto sapere cosa potrà accadere. La stessa contestazione dell’assenza é peraltro assolutamente anomala, in quanto il docente è presente, ma viene considerato comunque assente se non ha il green pass, quindi dal punto di vista legale é un obbrobrio ulteriore.

Posto questo, il docente decida la miglior strategia nel suo contesto lavorativo: se intende creare il contenzioso già da subito, invii anche da subito la diffida e può decidere di entrare a scuola senza marchio verde per costringere la dirigenza nel caso anche a chiamare le forze dell’ordine, così da cristallizzare l’obbrobrio che si sta perpetrando e allo stesso tempo faccia verbalizzare una contestazione, che poi sarà quella ulteriore da impugnare.

Se invece non se la sente, allora accumuli i cinque giorni e successivamente si impugnerà il tutto. Sempre in questo frangente si può inviare la diffida, da adeguare sempre al caso concreto e che diventerà  uno strumento funzionale per dare una veste giuridica maggiore all’opposizione.

Inoltre, anche a prescindere da ciò, non si può escludere che molti docenti si avvalgano di aspettative  o altri escamotage per ovviare a questo periodo infame. Consideriamo che  permane il termine del 31/12/2021. L’importante è non cedere a questo vergognoso ricatto. La posta in gioco é la nostra salute fisica, psichica e spirituale.